Posts Tagged ‘I blue jeans non si addicono al signor Prufrock’

Seminario sui luoghi comuni

gennaio 19, 2010

2. Compassione per la comparsa

di Francesco Pacifico

Visto che siete presi a catalogare i tipi umani che girano per il corso e con gran zelo rimanete accampati in piazza da una settimana con penna e quaderno, oppongo al primo brano un secondo brano molto meno impegnativo (meno lungo): la breve impietosa descrizione di una donna che è ormai «l’ombra matta dei vecchi tempi» e che se ha perso lo smalto, è deperita, sta invecchiando, prova comunque sempre a mettere in piedi la baracconata dell’affascinare, con inevitabili modesti risultati. Il racconto è «I blue jeans non si addicono al signor Prufrock», di Alberto Arbasino, contenuto in Le piccole Vacanze.
Con molto più smalto della Clara, Arbasino riesce a far sembrare condanna e assoluzione la stessa identica cosa, a essere crudele e allo stesso tempo pietoso, a suscitare la tanto agognata empatia senza darlo a vedere; anzi, direi, lo fa in una maniera tale che se qualcuno glielo andrà a dire lui potrà negare di averlo fatto.
Nella sua versione dandy delle scoperte del Budda, l’orizzonte livellante di vecchiaia, malattia e morte si riassume in questa perfezione da cantautore: «… invecchia anche lei, o forse non sta bene».
Adesso, secondo il nostro piano, dovreste prendere una persona che non vi piace e applicarle questo trattamento. O, più perversamente, prendere una che vi piace, e cercare in lei i segni del passare del tempo, i segni dello smalto perduto. (Dopo non glielo andate a dire)
Notare che i tocchi sono pochissimi: due aggettivi semplici come «magra» e «deperita», una storiella raccontata male, la semplicità di un gelo creato fra amici. Il centro del paragrafo mi pare appunto questa consegna da parte del gruppo alle autorità del successo: la poveretta rimane sola, e la sensazione è così forte e nota per quasi chiunque, che non servirebbe aggiungere una montagna di dettagli. Si conclude con il tradimento ideale da parte del protagonista: «…ma io ho fatto finta di non capire. Faceva meglio a stare a casa».

Da Piccole Vacanze
di
Alberto Arbasino

(al bar…)

È venuta una volta la Clara, che magra, oggi ancora più deperita di prima, invecchia anche lei, o forse non sta bene. A corto d’argomenti, è l’ombra della matta dei tempi belli, anche se cerca disperatamente di tener su il morale a sé e agli altri. Ma fa compassione. Non ha trovato di meglio che raccontarci la storiella di un cassiere di banca, che dovendo contare un pacco di soldi a una bellissima bionda le fa: «sessantasei, sessantasette, sessantotto, almeno, settanta…» ma ha ammesso subito che è debole, visto che si rideva poco. Mi guardava spesso, in macchina ha tentato di venirmi vicina, ma io ho finto di non capire. Faceva meglio a stare a casa.

Leggi la precedente puntata di Seminario sui luoghi comuni
1. Il viale per lo struscio